Parrocchia

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Vocazionisti - Roma

ORATORIO PARROCCHIALE - DON GIUSTINO


GREST 2023 - "TUXTUTTI - Chi è il tuo prossimo?"

 

Il progetto per l’Oratorio estivo 2023 TuXTutti − e chi è mio prossimo? mette al centro della riflessione il tema del prendersi cura. Lo slogan “TuXTutti”, titolo esplicativo che si propone di esprimere l’apertura verso l’altro, verso tutti, è un invito ad andare e donarsi agli altri, senza escludere nessuno.
Ispirati dalla parabola del buon samaritano, in cui Gesù ci invita a domandarci chi sia il nostro prossimo, durante l’estate 2023 bambini, ragazzi, adolescenti e adulti scopriranno e sperimenteranno che cosa significa essere prossimi, essere vicini, riconoscendo che non si è soli e non si può vivere guardando il mondo in modo solamente personale e individualista.

Il tema della CURA è molto ampio ed è necessario riconoscere, innanzitutto, che ciascuno di noi ha sperimentato dei gesti di cura da parte di qualcuno. Da quando si nasce, la cura della madre o di una figura adulta ci permette di sopravvivere e di crescere, fino a raggiungere la nostra autonomia. L’uomo senza dei gesti di cura non potrebbe sopravvivere e diventare adulto. Allora la cura è costitutiva della natura umana, come risposta a dei bisogni personali primari. Ma non è solo questo: infatti, è una risposta anche a dei bisogni sociali. L’uomo è da sempre in relazione con l’altro e costituisce la propria identità sociale proprio nella relazione di cura con le altre persone, a partire dal proprio nucleo familiare, fino alla scuola o al lavoro, amici, oratorio, sport… La cura è lo strumento attraverso cui instaurare e consolidare relazioni sociali. Con un semplice gesto di attenzione, ciascuno si fa prossimo all’altro, il quale si rivela a noi; in questo modo possiamo sperimentare la grandezza dell’alterità, riconoscendo l’altro come qualcosa di diverso e magnifico.
La cura ha in sé un aspetto di gratuità. Il dono non richiede un guadagno, un compenso. La cura è un atto di amore caritatevole che non cerca compenso. Talvolta ci si rinchiude dietro all’ottica del guadagno: «Che cosa ci guadagno?» è una domanda che si potrebbe sentire in questo Oratorio estivo, da parte di bambini, animatori, adulti che collaborano a vario titolo. La logica del vantaggio e del guadagno è la prima spia che rivela la logica sempre più pervasiva dell’individualismo. Capita che non si faccia nulla senza avere qualcosa in cambio; obbiettivo di sarà di scardinare questa visione, cercando di vivere la dimensione del dono e dell’amore gratuitamente donato: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10, 8).

Non è da sottovalutare un aspetto importante della cura: quella verso se stessi. Può talvolta capitare che ci si focalizzi solamente sull’altro e sulla carità, quando la cura della persona, intesa come spirito anima, ma anche corpo, diviene sintesi e punto di partenza per potersi aprire al mondo. Ricordarsi che è fondamentale amarsi per poter amare l’altro (ama il prossimo tuo come te stesso) è un punto fondamentale in questo tempo, dove spesso si trovano ragazzi e ragazze giovani che si donano e si spendono in oratorio e nelle relazioni senza però dare il giusto spazio, il giusto tempo e le giuste energie alla cura di sé. Il tema della salute mentale in questi anni è divenuto di fondamentale importanza perché ci si è ricordati che la persona ha bisogno di cura, intesa come gesto di amore verso se stesso.  Non bisogna vergognarsi di avere bisogno di cura. Nessuno è perfetto e incrollabile: tutti abbiamo bisogno di sperimentare l’amore, accogliere i gesti di affetto e di attenzione degli altri ci ricorda che siamo umani. Non è possibile vivere la carità senza ricevere e accettare l’amore. Capita di vedere ragazzi e ragazze fuggire davanti a un gesto di affetto, incapaci di riconoscere che c’è qualcun altro che è lì per loro. Ci sono adolescenti che scappano davanti a un abbraccio perché faticano a vedersi come bisognosi di gesti d’affetto. Ma gli stessi responsabili, consacrati e consacrate, sperimentino la cura degli altri, non si vergognino a chiedere aiuto e gesti di cura nei propri confronti. Solo così si potrà donare a propria volta.